PREMESSA ALL’ARTICOLO 1
 

Recentemente l’A.N.A. ha ritenuto necessario modificare il proprio Statuto sostituendo all’Articolo 2 la dizione “Associazione apolitica” con quella di “Associazione apartitica” perché si è voluto riconoscere che quella degli Alpini è sempre stata una presenza politica nel senso più nobile e meno restrittivo del termine.

E’ giusto che gli Alpini, per i quali il valore di Patria è sempre un principio basilare, facciano sentire la loro voce sopra il chiasso dei tanti che, infischiandosi del bene della Nazione, cercano di imporre soltanto il soddisfacimento dei loro interessi personali o di parte.

E’ questo, più che un diritto, un dovere per tutti noi che ci onoriamo di portare la “penna”. Ma vien da chiederci se, per noi Giuliani, la nostra collocazione geografica all’estremo confine orientale, la nostra storia, l’obbligo morale di essere degni dell’esempio datoci dai nostri padri non ci pongano obblighi ancora maggiori.

Infatti, nel primo conflitto mondiale, cui hanno partecipato non perché fossero soggetti ad obblighi militari dei confronti dello Stato italiano (erano giuridicamente sudditi austriaci), ma arruolandosi volontariamente, dopo aver attraversato clandestinamente il confine italo-austriaco – rischiando la vita, o quantomeno il carcere – per quell’anelito alla Patria italiana che pervadeva la gioventù assieme a tanti altri Alpini giuliano-dalmati, di cui ben diciotto triestini, hanno dato la vita per il completamento di quell’unità nazionale che era rimasta incompiuta per oltre mezzo secolo.

E furono due volte volontari. Perché, rifiutando una norma che vietava l’impiego degli Irredenti nei reparti di prima linea – in quanto, in caso di cattura da parte del nemico, essi sarebbero stati passibili di impiccagione – avevano tutti insistentemente chiesto ed ottenuto l’onore di poter affrontare direttamente il nemico.

E’ bene sottolineare che stiamo accennando solo agli Alpini perché facciamo parte dell’A.N.A., ma che furono oltre duemila i Giuliani in grigioverde in quel conflitto. E che di tutti loro noi siamo eredi.

Nelle guerre successive, su tutti i fronti, ancora tante Penne Nere di queste terre, tra le quali sei Medaglie d’Oro, donarono la vita alla Patria, difendendola e perché risorgesse. Ma questo rientrava nella tragica normalità di ogni guerra, combattuta in obbedienza alle leggi che definiscono sacro dovere del cittadino la difesa della Patria.

Purtroppo la guerra perduta la pagammo principalmente noi, con la perdita non solo del poco che l’Italia conservava in Dalmazia (Zara e poche isole), ma di quasi l’intera Venezia Giulia, subito invasa dalle forze iugoslave. E mentre l’Italia tutta inneggiava alla pace ed alla libertà riconquistata, noi conoscemmo il terrore della più atroce oppressione della nostra storia, con deportazioni e massacri di migliaia di innocenti, precipitati negli abissi carsici – come ricorda anche la motivazione della Medaglia d’Oro concessa alla Città . che avevano la grave colpa di essere italiani e, quindi, sicuri ostacoli al processo di snazionalizzazione che si stava iniziando.

Oltre trecentoventimila Italiani, cercando scampo a quella che oggi in Iugoslavia si è definita una “pulizia etnica”, abbandonarono case, averi ed i loro morti per rifugiarsi nella Penisola, dove spesso dovettero ancora subire insulti e la taccia di “fascisti”.

Nove anni di lotta per riaffermare il proprio diritto alla ricongiunzione alla Madrepatria, con ancora altri morti sotto il piombo della Polizia inglese, portarono finalmente al risultato sperato la città di Trieste soltanto. Per tutti gli altri non c’era più nulla da fare.

La “Guido Corsi” aveva definitivamente perduto sette dei suoi otto gruppi che raccoglievano le “Penne Nere” di gran parte della sua provincia – ridotta a poco più del solo capoluogo – dell’Istria, di Fiume e Zara, ora sradicate e disperse in Italia e nel mondo.

Ma non era finita. Si vide subito che la distanza fra Trieste ed il resto dell’Italia era astronomica. Il primo Commissario del Governo pensò bene si rassicurare i Triestini impegnandosi a far iniziare quanto prima dei corsi di lingua slava.

Sono trascorsi quarant’anni da allora, ma a Roma si continua ad ignorare tutto di queste terre e la pressione costantemente esercitata, con pervicacia, su questo residuo di italianità, per cui si accede supinamente ad ogni pretesa d’oltre confine, come un liquidatore fallimentare che voglia a qualsiasi prezzo chiudere in fretta una pratica antipatica.

Gli Alpini triestini si sentono da tempo abbandonati al loro infausto destino, ma, per l’onore della Bandiera e per non mancare nei confronti dei nostri Padri, intendono far proprio il motto friulano: “Mai daùr!”

Ed è per questo che si sono risoluti ad integrare il proprio Regolamento Sezionale come segue:

 

COSTITUZIONE E COMPITI
 

1. La Sezione di Trieste dell’Associazione Nazionale Alpini, costituita il 26 gennaio 1922 in base all’Art. 21 dello Statuto Sociale, ha sede in Trieste, via della Geppa n° 2.

Erede diretta delle Medaglie d’Oro Guido Corsi, cui si intitola, e Fabio Filzi, che nella Prima Guerra Mondiale, assieme a tutti gli Alpini giuliano-dalmati, hanno offerto la vita per il compimento dell’unità della Patria, nonché di quanti, tra i quali altre sei Medaglie d’Oro, in seguito sono caduti difendendola e perché l’Italia risorgesse; nel ricordo dei Gruppi perduti, che raccoglievano gli Alpini dell’Istria, di Fiume e di Zara ora dispersi in Italia e nel mondo, la Sezione ha il compito di realizzare la vita dell’Associazione nelle sue varie manifestazioni, secondo gli scopi dell’A.N.A. indicati nell’Art. 2 dello Statuto, riaffermando solennemente il proprio impegno a difendere in ogni circostanza i sacri interessi della Madrepatria su questo sofferto confine orientale.

Tutte le attività della Sezione sono compiute senza fine di lucro, con assoluta gratuità delle prestazioni fornite dagli aderenti.

 

EMBLEMI
 

2. L’emblema della Sezione è il vessillo, le cui caratteristiche sono descritte nell’Art. 3 dello Statuto.

L’intervento a manifestazioni da parte del vessillo, come previsto dall’Art. 4 del Regolamento Nazionale, è deciso dal Consiglio Direttivo Sezionale (C.D.S.) o, in caso di urgenza, di volta in volta dal Presidente.

 

SOCI
 

3. L’ammissione dei Soci è deliberata dal C.D.S. su parere della Giunta di Scrutinio, che si regola in conformità alle norme dell’Art. 4 dello Statuto, dell’Art. 6 del Regolamento Nazionale e dell’Art. 15 di questo Regolamento Sezionale.

Gli Alpini in armi, non in servizio continuativo, hanno diritto all’ammissione in base all’Art. 7 del Regolamento Nazionale.

 

4. Tutti i Soci hanno diritto di frequentare i locali sociali. In tali locali tutti i Soci di altre Sezioni dell’A.N.A. e gli Alpini in armi sono considerati graditi ospiti.

 

5. Perde la qualifica di Socio chi non paga la quota sociale per un anno.

Al momento del pagamento della quota corrente, il Socio è tenuto a corrispondere anche le eventuali quote arretrate.

Un Socio dimesso per morosità, per venire riammesso, dovrà nuovamente presentare domanda di iscrizione.

 

ORGANI DELLA SEZIONE
 

6. Gli organi della Sezione sono:

a)      l’Assemblea Sezionale

b)      il Presidente della Sezione

c)      il Consiglio Direttivo Sezionale

d)      la Giunta di Scrutinio per l’esame delle domande di ammissione a Socio

e)      il Collegio dei Revisori dei Conti

 

ASSEMBLEA DEI SOCI
 

7. L’Assemblea Sezionale delibera con potere sovrano nell’ambito dello Statuto (Art. 31 e 32) e del Regolamento Nazionale (Art. 24) sulle attività della Sezione.

L’Assemblea Sezionale è convocata:

a)      in sede Ordinaria entro il 15 marzo

b)      in sede Straordinaria quando il Presidente della Sezione e/o il C.D.S. lo giudichino necessario, oppure quando ne sia fatta richiesta da:

-          Collegio dei Revisori dei Conti

-          almeno un quinto dei Soci iscritti alla Sezione alla data della richiesta stessa.

Tutte le richieste di Assemblea Straordinaria devono essere presentate per iscritto al Segretario della Sezione, con indicazione degli argomenti specifici da trattare, almeno trenta giorni prima della convocazione, a mezzo lettera raccomandata con ricevuta di ritorno.

 

8. Le Assemblee sono convocate secondo le modalità previste dall’Art. 31 dello Statuto e dall’Art. 24 del Regolamento Nazionale, dal C.D.S. mediante invio d’avviso contenente l’ordine del giorno almeno 15 giorni prima della data stabilita per la riunione.

 

9. L’Assemblea è valida in prima convocazione qualora il numero dei partecipanti o per delega rappresenti almeno la metà degli aventi diritto, ed in seconda convocazione qualunque sia il numero dei presenti o rappresentati.

L’Assemblea delibera a maggioranza relativa. Qualora però il numero dei partecipanti presenti o per delega sia inferiore al 20 percento degli aventi diritto, qualsiasi delibera deve essere presa a maggioranza dei 2/3 dei presenti o rappresentati.

 

10. L’Assemblea Ordinaria viene convocata per:

a)      discutere la relazione morale del Presidente della Sezione

b)      discutere il bilancio consuntivo e preventivo

c)      eleggere gli organi della Sezione: il Presidente, il Consiglio Direttivo Sezionale, il Collegio dei Revisori dei Conti, la Giunta di Scrutinio ed i Delegati all’Assemblea Nazionale.

Almeno 10 giorni prima della prevista data dell’Assemblea i candidati devono presentare la propria candidatura per iscritto al Segretario della Sezione che ne preparerà la lista. I voti espressi per altri nominativi saranno considerati nulli.

 

11. All’Assemblea ogni Socio ha diritto ad un voto.

Il Socio può essere rappresentato mediante delega scritta da un altro Socio iscritto alla Sezione, ma ciascun Socio non potrà rappresentare più di tre Soci.

 

PRESIDENTE
 

12. Il Presidente ha la rappresentanza a tutti gli effetti della Sezione.

I Vicepresidenti coadiuvano il Presidente nello svolgimento delle sue mansioni. Il Vicepresidente più anziano sostituisce il Presidente in caso di sua assenza o impedimento.

Il Segretario della Sezione è responsabile dell’organizzazione della Segreteria della Sezione, dell’espletamento delle pratiche amministrativo-contabili riguardanti il tesseramento dei Soci, ed è incaricato del pagamento delle spese di normale amministrazione della Sezione.

Il Gestore della Sede è responsabile del buon andamento della Sede e dell’approvvigionamento dei materiali di consumo indispensabili per il funzionamento della Sede stessa.

Il Presidente nomina il Coordinatore dell’Unità di Protezione Civile che può anche non essere Consigliere e che gestisce l’Unità di Protezione Civile in osservanza delle disposizioni emanate dal C.D.S..

Il Tesoriere cura la corretta gestione amministrativo-finanziaria della Sezione.

 

CONSIGLIO DIRETTIVO SEZIONALE
 

13. Il Consiglio Direttivo Sezionale (C.D.S.) è composto dal Presidente della Sezione e da nove Consiglieri.

Il C.D.S. dura in carica tre anni, è eletto a scrutinio segreto e si rinnova parzialmente per un terzo ogni anno in base all’anzianità di nomina.

Il Presidente della Sezione è rieleggibile.

I Consiglieri sono rieleggibili per una sola volta consecutiva.

Qualora un Consigliere cessi prima di aver compiuto il triennio, il nuovo eletto alla prima Assemblea successiva a coprire il posto rimasto vacante, prende l’anzianità del sostituto, con decorrenza dall’ultima elezione dello stesso, come previsto dall’Art. 16 dello Statuto e dall’Art. 12 del Regolamento Nazionale.

Il C.D.S. si riunisce di norma una volta al mese.

Entro una settimana dalla sua nomina il C.D.S. provvede ad eleggere tra i suoi componenti: due Vicepresidenti, il Segretario del Consiglio ed i Consiglieri addetti alle varie attività sezionali.

Il C.D.S. nomina inoltre il Tesoriere, il Segretario della Sezione, il Gestore della Sede, che possono anche non essere Consiglieri. In tal caso hanno diritto di intervenire nelle discussioni del C.D.S. senza diritto di voto, per le questioni di rispettiva competenza.

Il C.D.S. è convocato dal Presidente normalmente per lettera. In caso di urgenza o di necessità per via breve (verbale o telefonica). Non è necessaria la convocazione per lettera o per via breve se la data e l’ora sono state fissate nella riunione precedente.

Il C.D.S. è validamente costituito quando siano presenti almeno la metà dei componenti del Consiglio. Le deliberazioni sono prese a maggioranza dei presenti; in caso di parità prevale il voto del Presidente. Non sono ammesse deleghe.

Il C.D.S. può delegare parte dei suoi poteri, per il normale andamento della Sezione, al Comitato di Presidenza, e può assegnare compiti particolari a Soci anche non facenti parte del C.D.S., ed invitarli ad intervenire alle sedute dello stesso, senza diritto di voto.

I Consiglieri assenti senza giustificato motivo a tre consecutive riunioni del C.D.S. decadono automaticamente dalla loro carica.

 

COMITATO DI PRESIDENZA
 

14. Decisioni di carattere di urgenza per cui non sia possibile convocare il C.D.S. in tempo, vengono prese dal Comitato di Presidenza, composto dal Presidente, dai Vicepresidenti, dal Segretario del Consiglio, dal Tesoriere, dal Segretario della Sezione e dal Coordinatore dell’Unità di Protezione Civile. Qualora il Tesoriere o il Segretario delle Sezione o il Responsabile del nucleo di Protezione Civile non siano Consiglieri, hanno solamente funzione di consultazione, senza diritto di voto.

Le decisioni del Comitato di Presidenza devono essere ratificate dal C.D.S. nella sua successiva riunione.

 

GIUNTA DI SCRUTINIO
 

15. La Giunta di Scrutinio, composta da tre membri eletti dall’Assemblea, ha il compito di esaminare le domande di ammissione e di accertarne i requisiti.

Le domande devono essere esaminate normalmente entro trenta giorni dalla presentazione e restituite alla Segreteria con la firma di almeno due membri della Giunta.

16. Per le domande di ammissione respinte, il Presidente della Giunta di Scrutinio deve inoltrare al Consiglio Direttivo Sezionale un rapporto riservato contenente i motivi della reiezione.

 

REVISORI DEI CONTI
 

17. Il Collegio dei Revisori dei Conti è costituito da tre membri effettivi e da due supplenti. I Revisori dei Conti durano in carica tre anni e sono rieleggibili. Devono costituirsi in Collegio e nominare un Presidente.

Loro compito è la vigilanza continua della gestione economica e finanziaria della Sezione, e dovranno inoltre accompagnare i bilanci consuntivi e preventivi  con la propria relazione all’Assemblea, esprimendo il proprio parere in merito.

I bilanci consuntivi e preventivi ed i rendiconti finanziari annuali devono essere presentati ai Revisori dei Conti almeno quindici giorni prima dell’Assemblea. I Revisori dei Conti devono curare che i bilanci di cui sopra siano depositati in Segreteria a disposizione dei Soci almeno otto giorni prima dell’Assemblea.

 

SOCI AGGREGATI
 

18. La Sezione di Trieste riconosce la qualifica di “Socio Aggregato” a tutti coloro che hanno dato ripetuta prova di particolare interessamento e personale collaborazione alla Sezione.

La proposta di ammissione, firmata da almeno due Soci, deve venir sottoposta all’approvazione del C.D.S..

I Soci Aggregati non hanno qualifica di Soci, né possono godere dei diritti riservati ai Soci. In particolare è escluso in modo tassativo che essi possano avere la tessera di Socio dell’A.N.A., portare il cappello alpino e fregiarsi dei distintivo di Socio.

La loro attività deve rimanere limitata nell’ambito della Sezione: qualunque loro iniziativa deve essere preventivamente approvata dal C.D.S..

I Soci Aggregati possono frequentare la Sede e partecipare alle attività sociali ed assistere alle Assemblee senza diritto di intervento e di voto.

 

“L’ALPIN DE TRIESTE”
 

19. Il periodico ufficiale della Sezione è «L’Alpin de Trieste». La collaborazione è aperta agli iscritti ed alle proposte di tutti i Soci.

Agli effetti di legge, il Consiglio Direttivo Sezionale nomina un Direttore Responsabile in possesso dei requisiti professionali da essa richiesti.

Il C.D.S. determina la linea del periodico, che ha cadenza bimestrale, e, annualmente, il Socio cui è demandata la conduzione e la realizzazione dello stesso, nonché la valutazione sull’opportunità o meno della pubblicazione degli articoli pervenuti.

 

SCIOGLIMENTO DELLA SEZIONE
 

20. Lo scioglimento della Sezione può essere deliberato solo da un’Assemblea Straordinaria appositamente convocata. Per la validità di questa Assemblea dovranno essere presenti personalmente o per delega almeno i due terzi degli aventi diritto, e la relativa delibera deve essere presa a maggioranza di due terzi dei votanti.

L’Assemblea dovrà pronunciarsi sull’eventuale destinazione del patrimonio sociale.

 

DISPOSIZIONI GENERALI
 

21. Per tutto quanto non è particolarmente previsto nel presente Regolamento e per quanto potrà essere necessario per l’interpretazione dello stesso, si richiamano le disposizioni dello Statuto e del Regolamento Nazionale.

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